I Microchip sono sempre più in ogni oggetto tecnologico che utilizziamo nella vita di tutti i giorni. Ma come funzionano queste piccole placche con dei “disegni” sopra? Ecco la risposta a questo quesito.
I microchip sono delle minuscole placche di silicio. Placchette dove sono posizionati componenti microelettronici altamente complessi, i cosiddetti circuiti integrati, i transistor, diodi e sensori di vario genere. Tutti questi “piccoli oggetti” sono costituiti da semiconduttori realizzati soprattutto in silicio.
I semiconduttori sono degli oggetti la cui conduttività elettrica viaggia tra i conduttori (metalli) e quella degli isolanti (oggetti in vetro e ceramica). La conducibilità dipende dalla temperatura, ma anche dalla purezza del materiale con cui sono realizzati. Il silicio, è uno dei materiali più importanti per la realizzazione di questi semiconduttori.
Un transistor è un interruttore che può essere impostato su ON (1) e OFF (0). Queste informazioni vengono lette milioni di volte dai processori e sono quelle che consentono l’elaborazione dei dati secondi il sistema binario.
La storia dei microchip
Nel 1969 erano presenti già più di 600 transistor su un unico chip. Ora, hai giorni nostri su ogni singolo chip sono presenti migliaia di transistor di varia forma e misura. Il primo microprocessore fu immesso sul mercato nel 1971.
Le sue funzionalità, permettevano a calcolatori, unità di controllo, memorie e memorie di comunicare tra di loro e quindi eseguire i comandi che erano presenti nei programmi. In questo modo, un unico modello di microchip può essere utilizzato per scopi diversi.
I percorsi di collegamento tra i componenti assomigliano a delle vere e proprie strade. Collegano vari punti del microchip e servono a far transitare informazioni e comandi.
Un microprocessore elabora i dati che sono inseriti da un utente mediante la tastiera o da un software mediante i programmi preimpostati. Queste informazioni sono presenti in una memoria, dove sono immagazzinati anche i programmi applicativi e il sistema operativo vero e proprio. I dati richiesti dalla memoria sono trasmessi al calcolatore per eseguire le operazioni di calcolo necessarie a compiere la determinata azione per cui è stato sviluppato.
I risultati di questi calcoli sono restituiti in uscita a una memoria e sono quindi visualizzati sullo schermo, trasmessi a una stampante o inviati verso un nuovo processo.